Carmelo Bene, contro il Lavoro

http://www.youtube.com/watch?v=6F0q_Dc894E

La democrazia, la Repubblica, il Cittadino. Stronzate. La democrazia che attanaglia l'Occidente con la retorica oligarchica della classe politica. La repubblica: res pubblica, cosa pubblica, oggetto che oggetto non è, è una non-cosa di cui nessuno ha la percezione reale. Il cittadino che spreca parole di libertà quando la libertà è smembrata, uccisa, deflagrata da doveri mascherati da diritti. Carmelo Bene in questa intervista inveisce contro il lavoro partendo proprio dall'articolo primo, primo comma, della vostra beneamata Costituzione: L'Italia è una repubblica democratica, fondata sul lavoro. Per colmare il vuoto dell'esistenza, dell'esistere senza scopo, il lavoro entra nelle nostre vite, a loro conferisce significato. In ogni dove sindacati, istituzioni, chiese attribuiscono al lavoro un'importanza capitale, quando in realtà il fine, l'obiettivo è proprio quello di emanciparsi dal lavoro. Lavoro assassino che priva l'Individuo della possibilità di inginocchiarsi innanzi al non-senso, al nulla, all'essere.
 
Sono un povero stupido so solo che
Chi è stato è stato e chi è stato non è
Chi c'è c'è e chi non c'è non c'è
Chi c'è c'è e chi non c'è non c'è
Chi è stato è stato e chi è stato non è
Se tu pensi di fare di me un idolo
Lo brucerò
Trasformami in megafono m'incepperò,
cosa fare non fare non lo so,
quando dove perché riguarda solo me,
io so solo che tutto va ma non va,
non va, non va…
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Silvano Agosti e l’avanguardia esistenziale

http://www.youtube.com/watch?v=TJVMe7R3xCI

Per voi il Cinema è spettacolo.
Per me è quasi una concezione del mondo.
Il Cinema è portatore di movimento.
Il Cinema svecchia la letteratura.
Il Cinema demolisce l'estetica.
Il Cinema è audacia.
Il Cinema è un atleta.
Il Cinema è diffusione di idee.
Ma il Cinema è malato.
Il capitalismo gli ha gettato negli occhi una manciata d'oro.
Abili imprenditori lo portano a spasso per le vie, tenendolo per mano.
Raccolgono denaro, commuovendo la gente con meschini soggetti lacrimosi.
Questo deve aver fine.
Il Comunismo deve togliere il Cinema di mano agli speculatori.
Il futurismo deve far evaporare l'acqua stagnante della lentezza e della morale.
Senza di questo avremo o il tip-tap d'importazione americana o i soli "occhi con la lacrimuccia" dei vari Mozzuchin.
La prima cosa ci è venuta a noia.
La seconda ancora di più.

Attraverso le parole di Vladimir Vladimirovič Majakovskij possiamo cogliere la sintesi che in questo breve filmato Silvano Agosti vuole far passare all'ascoltatore. Il Cinema è malato, tesse l'inganno se sfruttato dal totalitarismo, diventa visibile e si mostra allo spettatore come illusione se utilizzato dall'industria cinematografica e quindi dal Capitale. Quando in realtà la vera natura del cinema è quella del mistero: significati criptici si celano all'interno della pellicola i quali sono portatori di umanità, quell'umanità impressionata nella celluloide la quale ha il compito di mostrare l'uomo e non solamente la sua ombra. Questo il punto di partenza attraverso cui Silvano Agosti conduce una riflessione sull'umanità e sulle devianze che quest'umanità si porta dietro partendo proprio dal cinema.

Chi è Silvano Agosti?
Data e luogo di nascita: 23 Marzo 1938, Brescia, Italia
Si diploma all’Istituto Magistrale e parte giovanissimo per Londra. Vuole vedere la casa dove nato Charlie Chaplin e in seguito scoprire il mondo. Vive in Inghilterra, in Francia, in Germania svolgendo i lavori più umili e infine parte a piedi, come un pellegrino medioevale per visitare tutto il Medio Oriente e l’Africa del nord.
Si iscrive nel 1960 al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, dove si diploma nel 1962, vincendo con il cortometraggio La veglia il ciack d’oro che gli viene consegnato dal Presidente della Repubblica. A Mosca, nel 1963, si specializza sull’opera di Ejzenstejn.
Dopo aver lavorato con Marco Bellocchio alla sceneggiatura, i dialoghi, il montaggio de "I pugni in tasca", nel 1967 esordisce col lungometraggio con "Il giardino delle delizie". Fortemente censurato in Italia e invitato all’esposizione universale di Montreal. Nel 1975 dirige "Matti da slegare" con Marco Bellocchio, Sandro Petraglia e Stefano Rulli.
Dal 1976 al 1978 è docente di montaggio al Centro Sperimentale di Cinematografia. Il suo cinema Azzurro Scipioni, nel quartiere Prati, diviene un punto di riferimento per i film d’arte e per quello impegnato. Nel 1983 termina "D’amore si vive", personalissima ricerca sulla sensualità e i sentimenti in una Parma tutta speciale.
Intorno agli anni 80 inizia la sua attività letteraria che produrrà romanzi come "L'Uomo proiettile" (candidato al Premio Strega) "Uova di garofano", "La ragion pura", "Il semplice oblio" , "Lettere dalla Kirghisia".
Vive, gioca e lavora a Roma.

Approdi:
http://www.silvanoagosti.com/

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Alberto Grifi, apologia dell’oltre-fuoco

 http://www.youtube.com/watch?v=vVAoujFmwic

In questo breve estratto, Alberto Grifi conduce una trattazione complessa e profonda sul senso estetico, criticando il cinema meramente estetizzante in quanto creatore di nuove forme, ma estremo conservatore di contenuti. Il cinema sperimentale, secondo Grifi invece, vuole flettere e rifondare letteralmente anche la sostanza. Il contenuto è sinergico e cammina con la rivoluzione estetica. Da Braibanti all'occhio vediamo l'acume di Grifi che sopravvive nonostante la prematura scomparsa.
 
Chi è Alberto Grifi?
Nato a Roma il 29 Maggio del 1938, Alberto Grifi è considerato tra i primissimi autori di quello che fu chiamato "cinema sperimentale italiano". Pittore, regista, cameraman, fonico, attore, fotografo pubblicitario di aereoplani, autore di dispositivi video-cinematografici come il "vidigrafo" che nel '72 servì per trascrivere su pellicola "Anna" , primo film videoregistrato in Italia, in co-regìa con Massimo Sarchielli, divenuto un cult movie della cultura alternativa post sessantottesca. Presentato poi al Festival di Berlino e alla Biennale di Venezia nel '75; a Cannes nel '76.
 
Dopo una lunga malattia, è scomparso il 22 aprile del 2007. 
 
Approdi:
http://www.albertogrifi.com
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Neofascismo ed eversione, interviste a Saverio Ferrari

Dal blog di Piero Ricca ho preso visione delle interviste, da lui fatte, a Saverio Ferrari. Ho provveduto a caricare su GoogleVideo i filmati in modo da renderne più fruibile la trasmissione.

 
I fascisti del 2000 – Intervista a Saverio Ferrari
Saverio Ferrari cura da anni un osservatorio sulle nuove destre. In quest'intervista rilasciata a Piero Ricca a fine luglio 2007 fa il quadro dei gruppi della nuova destra eversiva attivi in Italia
 
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Gli squadristi sono tra noi. Minacciano, manganellano, accoltellano. Sono gli ultimi, demenziali adepti della lugubre ideologia novecentesca, logora ma non defunta. Un fenomeno sottovalutato, Il Neofascismo. Che non di rado si sovrappone alla criminalità comune. Che trova il suo ambiente di coltura nel disagio delle periferie urbane, nel fanatismo da stadio, nell’ambiguità della politica. Ogni tanto un episodio di violenza emerge alla superficie della cronaca. Passano pochi giorni e l’emergenza non fa più notizia. Saverio Ferrari tiene aggiornata la mappa dei gruppi della nuova destra eversiva attivi in Italia.
Le stragi di destra – Intervista a Saverio Ferrari
Piazza Fontana. Piazza della Loggia. Stazione di Bologna. Saverio Ferrari ripercorre con Piero Ricca il filo nero della memoria delle stragi di matrice fascista
 
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In questa seconda intervista vengono rievocate le principali stragi di matrice fascista: piazza Fontana, piazza della Loggia, stazione di Bologna. I fatti essenziali, le responsabilità accertate, il contesto storico. Quel minimo di conoscenze che, in una democrazia rispettabile, dovrebbero appartenere alla memoria collettiva. In Italia, purtroppo, la memoria è il vizio di una minoranza.
 
Fonti:
http://www.pieroricca.org/2007/08/13/saverio-ferrari/
http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=8065
http://www.pieroricca.org/2007/08/17/saverio-ferrari2/
http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=8066
http://www.osservatoriodemocratico.org/ 
 
Noblogs simili:
http://marcificazioni.noblogs.org
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Un Acquisto

Come ogni anno, durante la stagione estiva inoltrata, si dispiega una festicciola antagonista nel profondo nord, meglio nota come Festa di Radio Onda D'Urto. Come ogni anno quindi, assieme a conoscenti, peregrino verso questo luogo di anticonformismo conformista dove il conformismo talvolta diventa anticonformismo. Le stranezze e l'ostentazione dell'Io si sprecano specialmente tra i giovinastri poco teoreticamente abili, ma creativi nazisti di edonismo.
All'entrata, dopo aver superato un parcheggio industriale insidiato da mori del narcotraffico, i quali arricchiscono la Piovra alla faccia dei radical, varco i cancelli e subito addocchio mercanti, percepisco aromaticità sativa, ammiro feticci animisti e organizzatori indaffarati. Cuore pulsante di umanità organizzata. Dopo un breve excursus tra libri, chiloum e anarchici, mi avvio alla pizzeria. In attesa del fiero pasto cerco di spingermi al di là della percezione servendomi di un biglietto obliterato più volte, una semplice OCB slim size e altro materiale rotabile, in compagnia di numerosi McGyver psicoattivi.
In attesa e durante la consumazione del celebre disco tondo al pomodoro, simbolo della stereotipica italianità, è inevitabile incrociare un mercante. Dalla carnagione ad alto contenuto di melanina, la statura e la fisionomia intuisco ch'egli proviene da luoghi ove negli ultimi decenni la follia dell'uomo bianco ha eretto confini nominandone la zona circoscritta con il nome Senegal. Avvicinandosi mi porge un accendino. Intuisco subito che non è interessato direttamente alla vendita, l'oggetto è in quell'attimo in secondo piano, il mero passaggio di una res da un individuo ad un altro viene coperto da un velo maya. Nei suoi occhi la luce del dimostrare a sé stesso e a me, ai suoi avi e alle nostre generazioni che è ancora un abile commerciante. Nonostante tutto, nonostante gli stenti, la fatica, la fame che lo ha spinto fin nel mondo dei visi-pallidi, non ha perduto l'istinto dei suoi antenati i quali barattavano lame di basalto con statue d'ebano e dopo una giornata passata ad affinare la retorica del mercato, retorica lontana dai tentacoli del capitale il quale uccide il significato antropologico di scambio, si sedevano in condivisione attorno al fuoco divorando carni succulente aromatizzate al nokoss e ricordando il passato con l'oralità la quale non distorce il tempo e lo spazio bensì come creta crea, produce nuove forme, si adatta, spiega il presente ed attende il futuro. Dopo quell'attimo riflessivo in cui avevo posto la mia mente, contratto il prezzo e acquisto. Acquisto. Il resto è nebbia e ammirazione.
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Congratulazioni!

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